CORSO PER IMPRENDITORE AGRICOLO PROFESSIONALE (IAP ed.6)

DESCRIZIONE DEL CORSO

Corso per Imprenditore Agricolo Professionale (IAP6). 

Imprenditore agricolo professionale (IAP), secondo la definizione e i requisiti forniti dal D. lgs. 99/2004, è chi dedica ad attività agricole, direttamente o in qualità di socio di società, almeno il 50% del proprio tempo di lavoro complessivo e che ricavi da queste attività almeno il 50% del proprio reddito globale da lavoro.

Il D.lgs 99/2004 ha modificato la precedente figura istituendo la nuova qualifica di imprenditore agricolo professionale – (IAP) estendendone l’applicabilità anche ai soci di società agricole. Pertanto, viene considerato IAP colui che, in possesso di conoscenze e competenze professionali, dedichi all’attività agricola di impresa direttamente o in qualità di socio, almeno il 50% del proprio reddito globale da lavoro (25% per le aziende ubicate in zone svantaggiate di cui all’art. 17 del reg. CE n.1257/99). Per reddito viene preso a base quello dichiarato ai fini fiscali (UNICO/ 730) escludendo dal computo del reddito di lavoro le pensioni di ogni genere, gli assegni ad esse equiparati, le indennità e le somme percepite per cariche pubbliche.

Il D.lgs 101/2005 ha disposto, inoltre, che le indennità e le somme percepite per l’attività svolta in Società agricole, sono equiparati a redditi derivanti da attività agricola. Circ.48/2006).


  • Studenti iscritti: 21
GESTIONE ED USO EFFICIENTE DELLE RISORSE IDRICHE

Il corso ha l’obiettivo di fornire conoscenze volte a:

- comprendere l'acqua nel quadro dei servizi ecosistemici e tutelare le esigenze ambientali,

- incoraggiare l'uso di misure di efficienza tecnica,

- incentivare i corretti sviluppi tecnologici e comportamentali,

-sensibilizzazione e monitoraggio delle risorse idriche.

- migliorare le conoscenze di base sull’argomento.

I contenuti del corso sono i seguenti:

1: La gestione delle risorse idriche e la difesa dal rischio di alluvione.

2: Monitoraggio idrometeorologico,

3: Fenomeni di inquinamento delle acque superficiali e sotterranee.

4:Tecniche di aridocoltura. ( tecniche capaci di conservare la risorsa idrica: incrementando l’accumulo di acqua nel suolo, limitando le perdite per evaporazione e ruscellamento, scegliendo specie varietà e portinnesti capaci di sfruttare meglio l’acqua meteorica ed irrigua)

5: Scelta e gestione delle colture. ( necessità di adottare criteri di uso oculato dell’acqua indirizzandosi verso specie che, pur determinando un risparmio idrico, non deprimano la redditività e la competitività dell’azienda)

6: Irrigazione e bilancio idrico. (iirrigare le colture in base alle reali esigenze della pianta e nel giusto momento rendendo l’uso dell’acqua molto efficiente , minimizzando i volumi necessari per il raggiungimento delle migliori produzioni.)

7: Metodi e sistemi irrigui. (attrezzature e  modalità adottate per l’irrigazione delle colture permettendo di conseguire un’economia nell’uso dell’acqua. Sistemi altamente efficienti - come quelli in pressione ad aspersione ed a goccia - dotati di buone caratteristiche qualitative e di elevata omogeneità di distribuzione.)

8: Riuso irriguo delle acque reflue.  (norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue, allo scopo di limitare il prelievo delle acque superficiali e sotterranee, riducendo l'impatto degli scarichi sui fiumi e favorendo il risparmio idrico, mediante l'utilizzo multiplo delle acque di depurazione.)

9:Risparmio idrico sul territorio. (impermeabilizzazione della canalizzazione,  maggior ricorso al trasporto tubato e la razionalizzazione delle procedure di consegna dell’acqua,  necessarie per ridurre la continua rincorsa a nuove esigenze di prelievo idrico dai fiumi.

 

 

  • Studenti iscritti: 30
VENDITA DIRETTA DEI PRODOTTI AGRICOLI E ZOOTECNICI - MISURA 1.1.

Corso per Imprenditore VENDITA DIRETTA DEI PRODOTTI AGRICOLI E ZOOTECNICI. Corso finanziato dal PSR Calabria 2014/2020 Mis. 1 Intervento 01.01.01.

La filiera corta viene considerata un importante strumento per lo sviluppo dei mercati locali, delle produzioni tipiche, dell'economia rurale in senso lato attraverso le sinergie che questo tipo di commercializzazione dei prodotti agricoli e del cibo è capace di attivare con altri settori, ad esempio con il turismo ed il commercio di prossimità.

In questo corso tratteremo i riferimenti normativi relativi alla vendita diretta e viene fornita una definizione di questa modalità di commercializzazione propria delle imprese agricole ed agroalimentari.

Inoltre, sono descritte le forme più comuni di vendita diretta presenti in Italia, ossia: il punto vendita aziendale, la vendita nei mercati rionali, i mercati degli agricoltori o farmer’s market, l’e-commerce realizzato dall’agricoltore e le reti di imprese agricole create con lo scopo della vendita diretta.

Inoltre saranno trattati i riferimenti normativi relativi alla filiera corta e la definizione dei principali modelli di filiera corta. Le forme più diffuse o comunque più rilevanti di filiera corta sono: i gruppi di acquisto solidale o Gas, il punto vendita di prodotti locali gestito in partnership, i canali innovativi (e-commerce della filiera corta) ed il segmento B2B che raccorda imprese agricole e ristorazione, sia ristorazione collettiva pubblica, sia Ho.Re.Ca.

  • Studenti iscritti: 29
CORSO PER IMPRENDITORE AGRICOLO PROFESSIONALE (IAP ed.5)

DESCRIZIONE DEL CORSO

Corso per Imprenditore Agricolo Professionale (IAP1). Corso finanziato dal PSR Calabria 2014/2020 Mis. 1 Intervento 01.01.01.

Imprenditore agricolo professionale (IAP), secondo la definizione e i requisiti forniti dal D. lgs. 99/2004, è chi dedica ad attività agricole, direttamente o in qualità di socio di società, almeno il 50% del proprio tempo di lavoro complessivo e che ricavi da queste attività almeno il 50% del proprio reddito globale da lavoro.

Il D.lgs 99/2004 ha modificato la precedente figura istituendo la nuova qualifica di imprenditore agricolo professionale – (IAP) estendendone l’applicabilità anche ai soci di società agricole. Pertanto, viene considerato IAP colui che, in possesso di conoscenze e competenze professionali, dedichi all’attività agricola di impresa direttamente o in qualità di socio, almeno il 50% del proprio reddito globale da lavoro (25% per le aziende ubicate in zone svantaggiate di cui all’art. 17 del reg. CE n.1257/99). Per reddito viene preso a base quello dichiarato ai fini fiscali (UNICO/ 730) escludendo dal computo del reddito di lavoro le pensioni di ogni genere, gli assegni ad esse equiparati, le indennità e le somme percepite per cariche pubbliche.

Il D.lgs 101/2005 ha disposto, inoltre, che le indennità e le somme percepite per l’attività svolta in Società agricole, sono equiparati a redditi derivanti da attività agricola. Circ.48/2006).